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STADIO “PIER LUIGI PENZO”

STADIO “PIER LUIGI PENZO”

Devi prendere il vaporetto per raggiungerlo. Lì in mezzo alla laguna. Circondato dalle acque. Su un’isola. Sant’Elena. A guardare il mare dalle tribune. A vivere quella situazione unica di un centro costruito sull’acqua. In un rapporto simbiotico tra la città e il suo elemento. Che la avvolge e le dà forma. La forma dell’acqua.

È il secondo stadio più antico d’Italia. Di poco superato dal “Ferraris” di Genova. E ha seguito la storia secolare della Serenissima. Vivendo anche i malanni di una città singolare. Come nel 1970, quando una tromba d’aria lo danneggiò gravemente o nel 2012 quando l’isola fu investita da acqua e vento.

E quando non è stata la natura a minacciarlo ci ha pensato l’uomo. Come dopo la fusione tra il Mestre e il Venezia. Portando la squadra sulla terraferma. Uno stadio troppo scomodo per i criteri moderni. Difficilmente raggiungibile. Sempre esposto alle intemperie.

Ma alla fine la squadra ritorna sempre lì. Come fosse attratta dal suo elemento naturale. Come se solo così la città fosse davvero rappresentata. A sentire l’acqua che da sotto ti spinge. Quasi anche lui galleggiasse come fanno le barche. Quasi che quell’ondeggiare desse quella stabilità che sulla terraferma non trovi. Perché hai sempre vissuto sul mare e il suo lento sciabordare ti dona tranquillità e pace.

L’acqua ha sempre tentato di riappropriarsi del suo spazio. Invadendo talvolta l’isola. Ma lui ha sempre resistito. Con le ristrutturazioni e il rifacimento. Rinascendo sempre dal suo decadimento. E da chi vuole seppellirlo insieme all’idea di un calcio che viva la città.

Perché Il “Penzo” è nato sull’acqua. Come gli abitanti della più singolare e straordinaria delle città. Calcio Graffiti