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NINO D’ANGELO

NINO D’ANGELO

Negli anni ’80, tra i vicoli di Napoli, Nino D’angelo furoreggia. Caschetto biondo da scugnizzo e uso smodato di canto nasale. La nuova leva della musica neomelodica. E ad accompagnare le canzoni ci sono i film. Una strana coniugazione tra la tradizione della sceneggiata e il musicarello.

La trama dei suoi film è sempre la stessa. Storia d’amore con sempre la stessa ragazza. Lui, nonostante non sia il più bello degli uomini, idolo delle donne. Qualcuno o qualcosa si frappone alla storia d’amore. Lui che parte improvvisamente a cantare con espressione sofferta e partecipata. Alla fine, l’amore trionfa sempre.

Gli anni ‘80 sono anche gli anni di Maradona. E di un Napoli finalmente campione. E quale migliore occasione per unire il canto col pallone?

Esce così nella sale “Quel ragazzo della Curva B”. Nel film Nino è un meccanico, grande tifoso del Napoli. Fonda un club “Forza Napoli” connotato da un tifo passionale ma pacifico. Nino è così carismatico da diventare il leader indiscusso della Curva B. Ma la sua leadership intralcia i traffici della camorra che lui combatte con orgoglio. Proprio per questo viene accoltellato. Ma dall’ospedale dove è ricoverato, evaderà per vedere l’ultima partita del Napoli. Quella del primo scudetto.

Il film vuole essere un inno al tifo non violento e più genuino e un omaggio al popolo napoletano. Quello che vede per la prima volta il tricolore sulle proprie maglie.

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