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SAN PAOLO

SAN PAOLO

Come un’onda che dai vicoli passa per il mare. E poi sulle colline attorno che guardano il golfo. E piano si riversa tra i quartieri popolari. Tra i palazzoni che sembrano celle di alveari. E arriva lì quest’onda. Allo stadio. Dove si riversa la passionalità di un popolo. Che nelle sue contraddizioni ha creato un’identità.

Una cosa sola. La squadra e la città. Come se tutte le differenze si appianassero. Nell’idea di napoletanità. Ricco e povero. Cafone e professore. Destra e sinistra.

Tutto in questa idea totalizzante. Di cui la squadra è bandiera.

E lo senti questo cuore pulsante al San Paolo. Tra le tribune che tremano. A simulare il palpitare di quel cuore. E senti questo amore che deborda. Nei visi. Nelle parole. Nei cori. Perché quando ami qualcuno, ami qualcosa di te che si riflette in lui. E nella squadra c’è un popolo che urla e si celebra.

Un popolo che da sempre alla ricerca della rivalsa. Rispetto alle squadre del Nord sempre così lontane dall’iconografia di Napoli. A marcare una contrapposizione che non si spegne. A segnare una differenza.

E così passano gli anni a cercare di battere le squadre di quel Nord così diverso. A spendere soldi con armatori e benefattori. A sperare di invertire le sorti di un destino ineluttabile.

E quelle tribune che si infiammano, guardando quel sogno che è tanto più grande quanto più rimane irrealizzato.

Finché non arriva quel numero 10 che cambia la storia. Così vicino agli scugnizzi dei bassi. E arriva lì dove non si poteva arrivare. Perché il destino è sempre stato segnato. E invece Napoli vince. E quelle tribune non riescono più a contenere quella gioia. Quel furore. Quel senso di aver invertito le sorti dell’inevitabile. E la passione si dispiega. Tanto che vogliono aggiungere un altro anello. Perché quella capienza non basta più a contenere un popolo in movimento.

È ormai fatiscente il San Paolo. Poco funzionale. Poco moderno. Ai limiti della legalità. Ma lì continua a battere un cuore che non si spegnerà. Finché esisterà un popolo che vedrà se stesso nel pallone. Calcio Graffiti