Vai al contenuto

PIETRO MAIELLARO

PIETRO MAIELLARO

Come ti diverti col pallone tra i piedi. Come se solo allora ti sentissi davvero te stesso. Spinto quasi da un istinto. Come fossi nato proprio per far quello. Per custodire la palla tra le tue gambe.

Pietro Maiellaro era un istintivo. Uno nato per giocare la palla. Tanto da vagabondare per il campo alla sua ricerca. E una volta raccolta sentirsi il padrone. Libero di scegliere tra la soluzione geniale dell’assist o un’azione individuale. A far passare la sfera tra un piede e l’altro come se quella fosse la sua casa.

Sempre in quella terra di nessuno dove si agita il talento. Tra il centrocampo e l’attacco. La zona del genio. A prendere palla e ad inventare come fa un pittore di fronte alla tela bianca.

Molto spesso refrattario a difendere. Come non conoscesse il senso del distruggere, ma solo quello dell’inventare. O forse perché la sregolatezza è una caratteristica essenziale della creatività. Con l’istintività del genio.

Quasi anarchico in campo. Soggetto solo alla sua voglia di creare. Di non soggiacere ad altra regola che non fosse assecondare la sua fantasia.

Pugliese di nascita, è in quella regione che ha trovato la sua casa. È qui che il suo talento ha brillato. Nel Taranto prima, nel Bari poi. Divenendo lo zar per questi tifosi. Come si addice a chi è un sovrano nella sua terra.

Facendo innamorare i tifosi della sua istintiva e anarchica classe.