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L’IRRIVERENZA DEL TUNNEL

L’IRRIVERENZA DEL TUNNEL

Il più umiliante dei gesti. La più irriverente delle giocate. Con la palla che oltrepassa il corpo. Sotto le gambe. E lascia di sasso l’avversario. Preda della vergogna. Tanto che si guarda attorno. Tra il pubblico. Tra i compagni. Sperando che nessuno abbia colto. E invece nota sorrisi di scherno e battutine sottovoce.

Come nei campetti da bambini. Quando puntavi il difensore e fintavi di andare verso destra. Poi vedendo il divaricarsi delle gambe facevi passare la palla proprio lì. E lui rimaneva fermo mentre tu continuavi solitario la corsa verso la porta avversaria. E mentre correvi ti giravi un attimo e gli urlavi UOVO!!!!! Perché il trionfo era ancora maggiore sbeffeggiando il difensore.

E comunque il gesto prevede tecnica sopraffina e visione di gioco. Capacità di intuire le mosse dell’altro e assoluto controllo del pallone. In modo che l’incastro tra i movimenti sia perfetto. Come in una danza ipnotica.

Esaltazione e imbarazzo. Due sentimenti opposti si incrociano nel tunnel. Da una parte l’autore del gesto gongolante. Dall’altra la rabbia e l’impotenza di chi lo subisce. Che magari mediterà vendetta. Così che al primo tackle cercherà le gambe e non il pallone. Perché il calcio ha regole non scritte talvolta molto dure.

Rimane comunque un colpo magico. Capace di riportarci alla memoria il calcio di strada. Quello fatto di fantasia, sfottò e ginocchia sbucciate.