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L’IMPREVEDIBILITÀ DEL COLPO DI TACCO

COLPO DI TACCO

Avanzi velocemente con la palla. E tutti ti rincorrono. Mentre i difensori, alla ricerca del contatto, ti attendono per bloccare il tuo incedere.

E mentre tutti aspettano l’inevitabilità dello scontro, hai un’idea brillante. Il colpo di tacco.

A spiazzare tutti. Ad invertire la normale dinamica degli eventi. Col pallone che prende una direzione diversa dall’inerzia del tuo corpo.

Perché tu vedi la palla anche quando è dietro di te. E sai sempre dove si trova. Con gli occhi dietro la nuca. E il cervello che pensa a tutte le possibili variabili del gioco. In pochi decimi di secondo.

E sai sempre prima dove finirà la palla. Anche quando si alza un pallonetto alto quanto un palazzo. E lo fai scendere dietro la tua schiena finché non lo colpisci a volo di tacco. Così da farla nuovamente muovere libera nell’aria.

Così rallenti la corsa in modo da far scorrere la palla dietro di te. Senti che ce l’hai tra le gambe. Ma non la vedi. E allora alzi lievemente la gamba. E con un colpo all’indietro servi un tuo compagno.

Tra l’incredulità degli avversari. Frustrati dal mancato duello. Disorientati dal dover ripensare l’azione.

Mentre tu ti pavoneggi perché hai inventato dal nulla qualcosa di imprevedibile. Con quella sottile sensazione di piacere per avere sbeffeggiato il tuo avversario.