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LA VERA STORIA DEL CALCIO E I VIDEOGIOCHI

LA VERA STORIA DEL CALCIO E I VIDEOGIOCHI

Il primo tentativo di portare il calcio nel mondo dei videogiochi fu nel lontano 1973. Con ARCADE SOCCER. Un gioco che era solo una variante del mitico Pong. Dove due trattini avrebbero dovuto essere calciatore e portiere.

Prescindendo da questo tentativo embrionale, possiamo considerare il primo videogame sul calcio ATARI SOCCER del 1980. Una riproduzione piuttosto riuscita per l’epoca. Con la movimentazione delle gambe e una discreta fedeltà alla realtà.

Sempre dell’Atari era PELÈ’S SOCCER del 1982 . Prendendo il nome dal più famoso tra i calciatori, aveva una grafica approssimativa. I giocatori erano piccoli trattini. Ma per la prima volta compariva il colore.

A sottrarre il dominio dell’Atari fu INTERNATIONAL SOCCER del 1983. Sviluppato per il Commodore 64 aveva una buona giocabilità e una visione laterale. I calciatori però avevano dimensioni gigantesche rispetto al campo.

Nel 1989 usciva KICK-OFF  per Atari e Amiga. Il gioco veniva rappresentato con maggiore realismo. La palla non era  più incollata al piede ma veniva calciata. Si richiedeva perciò una buona abilità. Inoltre c’erano  tattiche, cartellini, replay e arbitri con atteggiamento differente a rendere tutto più vicino al vero.

Nel 1993 nasceva Fifa con quello che per gli appassionati diverrà FIFA 94. Finalmente la vista era tridimensionale e il realismo così accentuato da far apparire obsoleto tutto ciò che era stato creato prima. Con le tattiche, i cori degli stadi, le squadre reali. Vero calcio simulato. E negli anni andrà sempre più affinandosi.

Nel 1994 un’altra folgorazione. WINNING ELEVEN. Una vera e propria imitazione del calcio. Copiando i movimenti del calcio vero. Squadre che difendevano e attaccavano seguendo schemi e tattiche. Diverrà in Europa PES.

Scatenando  da allora una diatriba infinita tra i cultori di Fifa e quelli di Pes. Quasi una guerra ideologica. In un mercato, quello attuale,  dove la simulazione è quasi più realistica della realtà stessa.

E per chi, invece volesse sottrarsi alle sudate partite, c’è sempre il calcio manageriale. Dove la strategia sostituisce l’azione. Così da rendere, anche il più pezzente di noi, il padrone di una squadra.