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I CAPOCANNONIERI DEI MONDIALI – PAOLO ROSSI E GARY LINEKER

I CAPOCANNONIERI DEI MONDIALI - PAOLO ROSSI E GARY LINEKER

Essere capocannoniere dei mondiali. Una consacrazione. L’accesso all’immortalità degli almanacchi. Alla sequela di premi. Quando smessi gli scarpini, ti presenti in giacca e cravatta a raccogliere il frutto dell’impegno. Della classe. Alzando palloni, coppe o scarpe dorate.

Perché i mondiali sono una rappresentazione sacra. Dove ogni gesto diventa simbolo. Perché il rito ha bisogno di cibarsi di storie epocali. Dove tutto viene tradotto nelle miriadi di lingue da cui la varietà del mondo è composta.

Negli anni 80 ancor di più. In una società meno globalizzata, i calciatori erano spesso confinati nei propri campionati nazionali. Così ogni quattro anni il miracolo del pallone si palesava. Incoronando i suoi eroi.

E sotto la luce dei riflettori presenziava il capocannoniere. Il goleador. Colui che trasformava l’attimo in ricordo. Che fermava il lento scorrere del tempo in un’immagine.

Che per quattro lunghi anni vivevano sotto l’aura della fama.

Così Paolo Rossi nel 1982. Eroe di un’estate. Con i suoi tre gol al Brasile. Di rapina. A cogliere l’attimo. L’opportunità. Incrociando il destino che lo vuole nella posizione giusta. Nel momento più importante. Vincendo il mondiale e di riflesso il Pallone d’oro.

Così Gary Lineker. Il bomber di Messico 1986. Centravanti d’area. Tecnico e opportunista anch’egli. Con il senso del gol che non impari. Ma che ti arriva in dote dalla natura. Come corredo del tuo essere. Come qualcosa di innato.

Rossi e Lineker. Gli uomini del gol. Quelli che liberano la gioia dei tifosi. Che si sciolgono in un urlo senza freni. GOOOLLLLLLL!!! Un sollievo dopo tanto trattenere.

Rossi e LIneker. Per quattro lunghi anni, simbolo dell’essenza di questo gioco. Il gol.

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