Vai al contenuto

GIACOMO BULGARELLI

GIACOMO BULGARELLI

Quando giri per la tua città ti senti a casa. Quel dialetto che fa tanto focolare. Quelle intonazioni della voce. E poi l’odore del maiale nelle campagne. E l’operosità dei suoi abitanti. Li riconosci e ti riconosci. Perché quella è la tua identità. E niente potrebbe portarti lontano da lì.

Giacomo Bulgarelli è rimasto sempre fedele alla sua terra. Anche quando a bussare alla sua porta si presentavano gli squadroni.

Con i soldi e i grandi progetti. Per uscire dal piccolo mondo della propria città e diventare idolo di masse che vanno da nord a sud. Con il tuo poster che campeggia nel barbiere siciliano. Ha sempre scelto di indossare un’unica pelle. Ché è sbagliato chiamarla maglia. Tanto è cucita addosso come fosse tatuaggio.

Perché, quando segni, senti il pubblico esultare nella tua lingua. Quella che parli fin da bambino. E che ti ricordano le radici. E tua nonna che ti prepara da mangiare. O le marachelle con i compagni di scuola. E pensi che la tua vita rimanga coerente. Coerente a te stesso.

Giocatore elegante era Bulgarelli. Sempre testa alta. A calciare la palla senza mai vederla. Ma guardando il campo e i suoi movimenti. Non gambe velocissime. Ma testa più veloce del fisico. Tanto è il pallone che deve correre, non gli uomini. A dominare il centrocampo con la maestosità del portamento. E quel pallone che stava sempre attaccato ai piedi. Da non distinguere più il piede dalla sfera. A riservare la sua classe ad un’unica squadra:il Bologna.

Così, quando vinci, il sentimento che provi non si può descrivere. Perché vinci per il tuo popolo. E ha vinto la tua scelta di vita. Vincono le tue origini.

Così quel 7 giugno del 1964 il Bologna vince lo scudetto. In uno spareggio contro l’Inter. Una sola partita a decidere una stagione. Una finale in un torneo che non prevede finali. E la gioia che non riesce ad esplodere tanto è intensa. E non riesci neanche a farla venir fuori. Bloccata dal suo lento debordare.

Ad invertire quel proverbio latino. Diventando un profeta in patria. Calcio Graffiti

Record: 490 presenze nel Bologna 56 gol