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FUGA PER LA VITTORIA

FUGA PER LA VITTORIA

A cosa si può paragonare il senso di sollievo per essersi liberati da un terribile carceriere? O per essere finalmente lontani da quella terribile guerra?

Forse il gol in rovesciata nei minuti finali, quando tutto sembra già destinato. O una parata su un calcio di rigore a tempo scaduto. Il senso della liberazione. Il librarsi nell’aria per colpire a testa in giù o lanciarsi sull’altro palo per raccogliere una palla che si spera incocci contro la tua mano. E l’attesa di chi guarda, che per un secondo rimane sbigottito di fronte a questi corpi sospesi alla ricerca del contatto con la palla. Tra la sorpresa e la speranza.

Il film vive di un’attesa. La costruisce determinando un crescendo. Dal campo di prigionia dove si complotta per un’evasione organizzata dalla Resistenza francese all’organizzazione della partita con gli allenamenti nel campo. E le cose inevitabilmente si incrociano. Creando un dissidio. Guadagnarsi la liberazione sfidando i carcerieri sul campo o fuggire durante l’intervallo, lasciando solo il pubblico che li sostiene?

Il crescendo trova il suo apice nella partita di calcio. Con le difficoltà iniziali, i gol subiti, gli arbitri corrotti. Gli antagonisti armati di cattiveria e senso di superiorità di razza. E i buoni che annaspano pensando alla fuga imminente.

Ma poi la resurrezione. La svolta. E la squadra che comincia magicamente a giocare, disegnando arte col pallone. Fino ad arrivare alla rovesciata con braccio menomato di tale Fernandez, che altri non è un che un Pelè che intepreta la migliore delle sue parti: la rovesciata. E poi il destino che cerca di interrompere l’ineluttabilità di ciò che sembrava scritto con un rigore inesistente per i tedeschi. E in porta un Sylvester Stallone che con la palla aveva giocato solo a football americano.

Ma la para. Perché la voglia di libertà è più forte di qualunque tecnica o sopruso. E la folla che deborda nella incontenibile gioia di aver battuto l’invasore e trascina gli eroi, nel trambusto, verso una vita finalmente lontana dalle sbarre.

Quando la costrizione della prigionia si tramuta nella più grande delle gioie: godere della libertà. Calcio Graffiti

Giocatori che partecipano al film: Bobby Moore, Paul Van Himstt, Kazimierz Deyna, Osvaldo Ardiles, Pelè, Werner Roth, Co Prins, Russell Osman, John Wark, Mike Summerbee, Søren Lindsted, Hallvar Thoresen, Kevin O’Callaghan