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CAROLINA MORACE

CAROLINA MORACE

Il calcio non è uno sport per femminucce. È uno sport di chi ha le palle. Perché per calcare i campi bisogna essere virili.

Carolina Morace rompe questo muro culturale ed entra di prepotenza nello sport dei maschi.

E ci entra per classe, talento e tecnica. Non per gentil concessione del sesso forte.

Non più maschiacce. Fenomeni da baraccone ad imitare gli uomini. Ma sportive con piena dignità. Ché la passione non ha sesso ma appartiene a tutti.

Non è facile in un paese dove ancora al maschio va il primo piatto a tavola. Dove esistono i passatempi per le FEMMINE e quelli per i MASCHI. Per molto tempo il calcio è stata una roba da maschi. Con interesse femminile che si destava soltanto ai mondiali.

La Morace irrompe in questo mondo portando la nazionale femminile per ben due volte alla finale europea e vincendo il Uefa Golden Player. Unendo in campo potenza ed eleganza. Con quella chioma bionda così appariscente in area di rigore. A farsi largo tra avversarie e compagne come a prendersi una giusta reverenza.

E oltre alla classe, una prorompente personalità che la fa apparire in programmi televisivi a fine carriera. E poi la conduce alla carriera d’allenatrice e, prima tra le donne, a guidare addirittura i maschietti. Nella Viterbese. Cosa inaudita.

Nel 2014 è stata inserita nella Hall of fame del calcio italiano. Ancora prima tra le donne. Ancora lei a far da pioniera.

A guardare con orgoglio e dignità gli uomini che la circondano. Calcio Graffiti

Record: 12 Campionati italiani vinti